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Il minimo comune denominatore che ho rilevato tra i Paesi del sud-est asiatico continentale è tutto in due elementi: la chiusura dei confini e l’assenza di dissenso interno. Tra le motivazioni che hanno consentito alla Thailandia di ottenere il riconoscimento da parte della OMS si parla espressamente di "forte leadership", oltre a un sistema sanitario solido. La democrazia ha dimostrato di non essere sempre adeguata.
Qualche giorno fa la Cambogia ha annunciato in pompa magna la riapertura dei confini; in Thailandia se ne è discusso pochi giorni fa, mentre il Laos è più cauto. Cosa c'è di vero in tutto questo? Dietro ai titoloni in grassetto e ai sorrisi smaglianti delle foto acchiappaclick si nasconde una situazione che è ancora lontana dal definirsi positiva.
L'etnia di minoranza H'mong è presente in Laos dalla seconda metà del '800. Provenienti dalla Cina meridionale e dal Vietnam, sono altrimenti detti lao suung - letteralmente "lao alti" -, ovvero "lao delle montagne", in quando le comunità vivono prevalentemente sulle alture. I h'mong stabiliti in Laos rappresentano il 8% circa della popolazione laotiana e sono la seconda minoranza etnica più cospicua del Paese.