Il riso è l’alimento su cui si basa la cucina asiatica. Nei mercati se ne trovano di diverse qualità, ma c’è un particolare tipo di riso che si presta a fraintendimenti: lo sticky rice.
Viene servito in canestri di bambù e, a un primo sguardo, non si può fare a meno di notare la sua estrema appiccicosità, dovuta alla presenza di elevate quantità di amidi.
Si usa accompagnarlo a piatti di carne o pesce ricchi di intingoli brodosi ed è considerato un vero e propio sostituto del pane.
Oltre ad essere immangiabile con la forchetta, lo sticky rice è anche inadatto a una dieta povera di carboidrati.
Escludendo qualsiasi posata – i chicchi tendono a incollarsi l’un l’altro formando una specie di pastone – non c’è alternativa all’uso delle mani. Gli asiatici usano prendere una piccola porzione di riso con le dita, la appallottolano e la intingono nel sugo; è una pratica simile alla “scarpetta” nostrana, che noi italiani usiamo fare con il pane.
Il termine sticky rice – “riso colloso”, in inglese – viene talvolta tradotto in “riso glutinoso”, portando il lettore meno esperto a conclusioni del tutto errate.
Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, il termine inglese glutinous non significa “glutinoso”, bensì “appiccicoso”. Si tratta di un false friend, ovvero di una parola che, per ortografia o omofonia, assomiglia a una parola di un’altra lingua, ma ne differisce per significato.
E’ noto che il riso non contiene glutine ed è difficile immaginare che un alimento non particolarmente prelibato venga arricchito di glutine per chissà quale arcana ragione.
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