Una fogna a cielo aperto scorre tra una moltitudine di baracche in carton gesso in cui convivono un centinaio di studenti. Sono ovunque, abbarbicate l’una sull’altra nel più classico dei disordini asiatici. Dieci metri quadrati di povertà più una turca fuori terra a far da bagno ospitano due, tre, anche quattro persone.